Ok ce lo aspettavamo! Era nell’aria! Era tutto nei piani, un semi lookdown comunicato magistralmente secondo le teorie di Chomsky sulla manipolazione di massa, in modo da farci digerire pian piano “la cronaca di una chiusura annunciata.”
Ma non è questo il blog per parlare di virus, di negazionisti o di complottisti, ma dell’impatto che genera alla ristorazione questa seconda chiusura forzata entro le ore 18 .
Questo è il blog di Shopping Flash dove si parla di problematiche di marketing, di mentalità commerciali, di possibilità, di azioni da fare per adottare o meno una o più soluzione per sopravvivere in questo periodo.
E dato che stiamo promuovendo il nostro e-commerce più o meno in tutta Italia ci siamo resi conto di una realtà comune: malgrado la seconda ondata fosse stata annunciata, e che i ristoratori fossero già passati più o meno indenni (poco indenni) dalla prima, la maggior parte è ancora impreparata ad affrontare la chiusura anticipata e non si è dotata di strumenti adeguati.
Qualche domanda nasce spontanea:
Cosa frena i ristoratori ad organizzarsi digitalmente?
Da una nostra prima statistica su 100 ristoranti contattati possimao generalizzare che:
- quasi tutti sono sui social (ma andrebbe visto in che modo)
- di questi neanche una decina sono seguiti da un Social Media Manager professionista. Gli altri sono seguiti dal “cuggino” che spippola al computer e pubblica un paio di inutili post.
- un 40% circa ha un sito che su non supera il punteggio di 20 https://developers.google.com/speed/pagespeed/insights/ Questo parametro è particolarmente importante che sia più alto possibile per ottimizzare la visualizzazione da smartphone.
- pochissimi hanno una piattaforma e-commerce proprietaria. ( ma neanche prestata …)
- meno di pochissimi promuovono la propria attività con criterio social investendo regolarmente in campagne ed ads.
La maggioranza dei ristoranti dovrebbe rivedere la propria strategia social, aggiornarla e renderla adeguata al mercato che cambia.
E per fare questo il ristoratore deve un po’ uscire dalla zona di comfort che lo vede ancora con una mentalità che è rimasta invariata da quando hanno tolto dal menù degli antipasti i vol-au-vent ripieni e l’insalata russa.
La nostra cucina è universalmente riconosciuta come una delle migliori, negli anni sono sicuramente cambiate molte cose, le tecniche culinarie, i modi di cucinare, i mix tra diverse culture che sposano il sapore mediterraneo, ma quando si parla di innovazione digitale o si ha davanti un grande imprenditore che ne percepisce il valore o casca l’asino.
Un po’ meglio da marzo scorso, perché gioco forza siamo stati violentemente educati ad una digitalizzazione che non avevamo, ma siamo ancora parecchio, parecchio indietro e dobbiamo ancora fare tanta strada per cambiare la situazione web.
Cosa serve?
Per poter cambiare effettivamente la propria situazione serve impostare il proprio asset digitale in modo da:
- avere una strategia chiara (come per una ricetta culinaria, per il digital serve una serie di ingredienti ben dosati, niente è a caso)
- essere trovati rapidamente (velocità, l’attenzione sui social è di nanosecondi)
- essere distinti dalla concorrenza (elemento differenziante)
- parlare di se (raccontare e raccontarsi, poche parole supportate dai fatti)
- far parlare di se (importantissime le recensioni …vere!)
- attivare un sistema di fidelizzazione (è più facile rivendere che vendere)
- avere un proprio e-commerce (zero esitazioni quando un cliente vuole comprare)
- non affidarsi “solo” alle piattaforme di distribuzione (il loro piatto vince sempre)
- farsi seguire da un social media manager nella maniera più adeguata (l’improvvisazione si vede e costa cara)
In questo periodo quelli che godranno di più (se di godimento di tratta), ma forse è meglio dire, quelli che trarranno più vantaggio da questa situazione, sono le pizzerie a domicilio, che già da prima del Covid e senza bisogno di tanta professionalità erano già sul mercato del delivery. Certo è che ora lo scontro sarà diretto, ed anche se c’è commercialmente spazio per tutti l’avere una struttura digital forte aiuta a farsi notare e scegliere.
Ma non potendo o volendo mangiare pizza tutte le sere il consiglio che mi sento di dare agli altri ristoratori è: non aspettate oltre a rivalutare la vostra presenza on line, affrontatela professionalmente in autonomia se avete voglia, tempo e competenze, o affidatela ad un professionista ed aprite un vostro e-commerce per vedere rapidamente dei risultati concreti. Il consiglio è valido per tutti i B2C, non solo la ristorazione. Il web va presidiato.
Ci sono tante soluzioni e gestionali presenti sul mercato on line, adatte a tutte le tasche e per tutte le esigenze, www.shoppingflash.it è la soluzione per chi cerca un sistema di facile utilizzo, rapido nella configurazione ed economicamente sostenibile per ogni tipologia di azienda.
Ah … dimenticavo … senza commissioni sul venduto!