Ovunque si legge che tempi difficili come questi erano decenni che non si vedevano.
L’onda lunga dello tsunami Covid deve ancora arrivare, e malgrado le decine di previsioni fatte nessuno è in grado di capire con quanta violenza impatterà sul lavoro e sulle decine di piccoli imprenditori smarriti ed impreparati.
Le aziende che sono fallite per colpa del Corona Virus sono sia piccole attività cittadine che grandi realtà multinazionali.
L’emergenza sanitaria che ha costretto il mondo a chiudere ha fatto anche vittime illustri. Da Pizza Hut a Aeromexico, passando per la Boeing, fino al Cirque du Soleil. Aziende considerate un tempo monoliti intoccabili si sono trovate a presentare istanza di fallimento. Hertz, e la compagnia aerea di bandiera colombiana sono altre imprese che sono fallite, ed i cui titoli azionari sono crollati in Borsa.
E la crisi ha mandato in rosso anche i conti di big delle vendite al dettaglio, come Zara, H&M, Victoria Secrets e Starbuks. Fior di catene di negozi italiani come Scarpe e Scarpe hanno dovuto chiudere, per far fronte ai mancati guadagni derivanti dalle mancate vendite.
Il virus non ha smesso di generare problemi, e, tra l’aumento dei contagi e la crisi economica, il futuro di molte attività e aziende è incerto.
Purtroppo in Italia ci sono centinaia di piccole e medie aziende che hanno chiuso durante il lookdown della prima ondata del virus non potendo sostenere le spese.
Perché le aziende, sia piccole che grandi, sono fallite per colpa del coronavirus?
Il virus è stato un evidenziatore di difetti giá presenti, come nel caso di Hertz. La societá aveva già 17 miliardi di dollari di debiti prima che la pandemia facesse chiudere il mondo su se stesso. Gli spostamenti sono stati ovviamente annullati per cui tutte le società collegate a determinati settori sono andate in crisi.
Ospitalità, linee aeree, ristorazione, trasporti, viaggi, hanno tutti subito in pieno l’effetto del blocco del mondo. E chi già soffriva prima della crisi, si è visto scoppiare in mano la situazione.
In Italia vediamo oggi una grande crisi nella ristorazione, le strutture nelle città prettamente turistiche, che negli hanno hanno scelto e modellato il proprio business sul flusso turistico, oggi sono al collasso, mentre le strutture che hanno orientato il proprio business al consumatore locale, alla riapertura non ha tardato a trovarselo a tavola nel proprio ristorante.
E’ una scelta commerciale su cui erano basate decine di attività “per turisti” di cui nessuno mai avrebbe potuto prevedere la totale assenza, ma il blocco totale degli spostamenti turistici ha messo a repentaglio la vita dei centri storici di città come Roma, Venezia, Firenze, Milano, Napoli e tutti quei posti che attendevano i villeggianti come la manna dal cielo.
Ma adesso cosa succederà? A cosa stiamo andando incontro?
Quali altri danni causeranno il coronavirus e il conseguente scossone economico?
Quante altri business falliranno?
In tempi bui come questi, si sentono davvero tante domande, ed a queste c’è un’unica risposta.
Oggi, per salvarsi è necessario un cambio di rotta tanto“epocale”quanto lo è questo periodo, ciò significa farsi trovare pronti, organizzati e strutturati.
Iniziare a lavorare come non è mai stato fatto, e questo vale dalla più piccola attività in su.
Solo che mediamente la grande azienda dovrebbe essere già strutturata con strategist, ufficio marketing, reparto customer care e chi più ne ha più ne metta, ma una piccola azienda, un negozio, un ristorante, una palestra che non ha una struttura interna organizzata per ottenere dei risultati diversi deve fare cose che non ha mai fatto.
Cosa deve fare esattamente?
Deve lottare con tutte le sue forze per far decollare di nuovo il suo business. Deve fare quello che sicuramente una piccola attività non ha mai fatto fin’ora per mancanza di competenze, di tempo, di voglia, di “tanto non ne ho bisogno perché i clienti arrivano da soli”.
Riprogrammare l’azienda, rispettando i 5 punti chiave che la stragrande maggioranza delle imprese italiane sottovaluta:
- Bilancio e numeri del business KPI;
- Brand positioning o posizionamento di marca;
- Marketing;
- Vendita;
- Copywriting.
Per evitare di tagliare il personale o di andare in affanno per mancanza di flusso per pagare i fornitori e le tasse, va cambiato prima di tutto il mindset, l’atteggiamento mentale necessario al cambiamento, perché chi farà ”come ha sempre fatto” ha scritto il proprio nome tra le prossime vittime del Covid.
E’ necessario conoscere nel dettaglio i numeri: spese, entrate e margini, molti negozianti credono di conoscerli, ma l’abitudine a fine serata di “prendere” un po’ di spiccioli” dalla cassa è il primo grande errore.
E’ necessario differenziarsi nella proprio categoria di mercato, avere un posizionamento valido, facendo regolarmente e correttamente azioni e strategie di marketing.
E’ necessario avere una struttura organizzata, procedurizzata, anche se si tratta di una piccola attività. Non si può ipotizzare di guadagnare grosse somme di denaro senza avere la percezione della merce in entrata ed in uscita (non avete idea quanti negozi sono ancora senza “gestionale di magazzino”).
E poi avere le idee chiare, sapere parlare del proprio business, saperlo proporre, verbalmente, testualmente ma soprattutto on-line.
E tu riuscirai a sopravvivere e a rilanciare la tua attività?
Occorre stare al passo, pensaci, ma non troppo, questa sicuramente è una buona opportunità per lanciare e rilanciare i tuoi affari in modo attuale al passo con i tempi che cambiano velocemente. Decidi adesso, decidi per il tuo futuro!
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